Ciao a tutti Sharpyni!
Come state? Oggi vi porto la recensione di un libro che mi ha colpita in modo particolare. Alcune volte le parole possono davvero toccare corde intime e non smetto mai di meravigliarmi davanti ad un libro in grado di farlo. Il libro in questione è Rincorrere la vita di Gioia Viola edito Infinito Edizioni che ringrazio come sempre
Sono orgogliosa di dirvi che la recensione la potete trovare anche sul sito Ex libris 20 !
Trama: Ripercorrere le diverse stagioni di una lunga vita, rielaborare gioie e dolori sperimentati nelle varie fasi per ricomprenderne il senso profondo. Farlo, in più, con l’autorevolezza che proviene da studi teologici e di psicologia, per svelare come alcuni avvenimenti, specie se vissuti durante l’infanzia, segnino durevolmente, più di quanto si possa pensare, l’esistenza e il modo di essere di ciascuno di noi. Come l’abbandono, che produce una sofferenza interiore spesso inconscia capace di ostacolare la crescita serena della persona. O la solitudine, che segna dolorosamente e a lungo la crescita di una bambina o di un bambino, provocando un disamore che soffoca i talenti impedendo l’espressione personale, originale e unica. La riflessione sulla dialettica tra il Bene e il Male è il file rouge del libro. In un’esistenza tesa a cercare il Bene, l’autrice riesce a descrivere in modo diretto e lucido gli incontri con l’odio e con il Male e come questi si siano manifestati nella sua vita. Dalla luce al buio. Non una caduta che spinge alla negatività e alla rassegnazione ma un invito a ricominciare. Sempre. A qualsiasi età. Rincorrere la vita per riconoscerne il suo senso eterno.
Recensione:
Convivere con l’abbandono.
Cosa significa essere abbandonati? Quali ripercussioni si possono avere? Queste sono due delle tante domande che il lettore non tarderà a porsi durante la lettura di questo breve e intenso libro. Gioia Viola ci regala la sua vita. Attraverso uno stile di scrittura scorrevole e dal ritmo incalzante, l’autrice ci fa vivere in prima persona le sue emozioni. Le sue sensazioni. La sua ribellione. Il suo senso d’abbandono e la paura legata ad esso.
Gioia è del 1934 e la maggior parte della sua infanzia la trascorre in un orfanotrofio, sola, abbandonata dalla madre. Provate ad immaginare, per un solo momento, il senso di solitudine e di tristezza che può provare un bambino nel vedere la madre andare via. Per un attimo? Per sempre? Un bambino non lo sa. Ed è proprio il senso di abbandono ad accompagnare l’autrice per tutta la vita condizionandone le scelte. Il libro è suddiviso nei vari stadi della crescita così da poter ripercorrerne gli eventi. Leggiamo di una bambina spaesata, di un’adolescente ribelle in cerca del suo posto nel mondo, di una donna risoluta e di un’anziana che, solo all’ultimo, riuscirà a risolvere un “rancore” passato.
Questa è una storia che merita di essere letta, un monito a tutti quei comportamenti che, inconsciamente, possono condizionare per sempre un’altra vita. Si sa, fare il genitore non è semplice, però possiamo sempre imparare a porre particolare attenzione alle azioni che, spesso, compiamo con leggerezza. Senza pensarci. Calata in un contesto particolare, per gli eventi succedutesi poi negli anni, la vita di Gioia Viola non sarà spensierata. Spinta da una voglia irrefrenabile di fuggire dalla sua città si cimenterà in varie esperienze che le cambieranno per sempre la vita e il modo di osservare il mondo. Insomma, un libro pieno di spunti di riflessione che aiuterà a non essere solo un mero spettatore della propria esistenza.