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Giorni di un presente corrosivo

Ciao a tutti Sharpyni!

Siete pronti per una nuova recensione? Oggi sono qui per parlarvi del romanzo breve di Andrea Scaricamazza! Dal tono crudo e irriverente, Andrea ci presenta  Giorni di un presente corrosivo (Montag, 2023). 

Siete pronti a scoprirlo?

Trama: In una calda estate romana si muove Flavio, quarantenne solitario e disoccupato. Sogna di diventare scrittore e vaga in una città senza pace sputando bile verso un'umanità priva di vita negli occhi. È la Roma di Garibaldi e della Resistenza che nessuno guarda più. È la sua Roma di Trastevere dove si improvvisa poeta a pagamento sulle scale della fontana di santa Maria. A bilanciare il lucido cinismo realistico di Flavio ci pensa un giovane prete, Don Carlo, una mano tesa inaspettata con cui condividere riflessioni sulla vita e sulla morte. In questo viaggio da fermo, Flavio potrà contare sul suo amico Nico e incontrerà personaggi sorprendenti capaci di travolgerlo e di accarezzare la sua anima indurita e miscredente.

Recensione: 
Una vita come tante.
Andrea Scaricamazza ha scritto un piccolo capolavoro, vero e crudo come la vita. In una cinica e afosa Roma si aggira Flavio, un uomo che sembra aver perso le speranze verso l'umanità. Solo e privo di concretezze, bloccato in un'età che dovrebbe vederlo realizzato, il protagonista sputa fuori tutto il veleno verso una realtà che non fa altro che respingerlo. Alzi la mano chi sente realizzato. 

"Non ho mai voluto fare qualcosa, ma essere qualcosa".

Viviamo in un'epoca dove i giovani e gli adulti sono rifiutati. Dove bisogna elemosinare per un lavoro. Dove lo stipendio non basta per andare avanti. Dove non c'è tempo per essere qualcosa. Il tempo scorre ma tu rimani lì, fermo e immobile, spettatore impietoso della tua vita. Flavio sembra arrendersi all'andare del tempo, arrendersi, giorno dopo giorno, al suo destino perché a lui, in fondo, non basta fare qualcosa. Ma, ogni volta che si sente cadere nel baratro, ecco che spunta fuori Don Carlo: figura salvatrice dai pensieri oscuri. Don Carlo rappresenta la speranza, colui in grado di risollevare e liberare un animo troppo sensibile per subire la giungla che lo circonda.
E che cos'è la Chiesa se non speranza? 

L'umanità, per andare avanti, ha bisogno di parole di conforto. Ha bisogno di una speranza, della certezza di un'aldilà, di un "dopo" pronto ad accoglierla. Il malessere di Flavio è contrapposto alla bellezza di Roma, con i suoi vicoli antichi di Trastevere, con le fontane che fanno da sfondo ai turisti che, inconsapevoli, guardano e osservano solo la bellezza della pietra. Lo stile di scrittura di Andrea è diretto, violento e senza sconti. Non ti indora la pillola, te la fa ingoiare intera. Nonostante sia un romanzo breve, poco meno di cento pagine, i protagonisti sono caratterizzati profondamente. Tutti, nessuno escluso, sono in grado di entrarti dentro lasciando al lettore una traccia di sé. Se avete voglia di tuffarvi in una storia fuori dall'ordinario, vi consiglio la lettura di questo romanzo. Vi aprirà gli occhi su una realtà mal celata.

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