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Gordius. Vermi nel cuore

 Ciao a tutti Sharpyni!

Come state? Spero tutto bene! Oggi sono qui per parlarvi di un libro che mi ha sorpresa molto, una lettura piacevole e inquietante nello stesso tempo. Ma vediamo subito di cosa si tratta!

Titolo: Gordius. Vermi nel cuore
Genere: Fantascienza, distopico, formazione
Link all'acquisto: Gordius. Vermi nel cuore
Trama: 
Parma, ottobre 2026. 
Qualcosa di oscuro sta trasformando gli uomini. Quando inizia l’invasione, per il tredicenne Andrea è l’ultimo giorno di normalità. Il Gordius attacca la mente e colpisce il sistema nervoso con l’unico scopo di trovare un nuovo ospite da infettare. È l’apocalisse. Asfissiato dai segreti che i suoi genitori nascondono, Andrea ha solo un modo per proteggersi: seguire l’indizio della compagna di classe Silvia Bojan e tentare di raggiungerla sulle colline del Cassio, nella falange Matheson. I giorni si fanno lotta costante, emotiva e fisica, per sopravvivere alla fine del mondo. Quando anche gli umani diventano mezzo di distruzione, la morte diviene un pericolo che si annida anche nei luoghi più sicuri, e bussa a ogni ora. Sulla strada per la salvezza, la compassione è un valore labile. E il tempo scorre. Lo senti il canto delle cicale? Vengono a prenderti. 

Recensione:
Quando la fantasia è vicina alla realtà. 
Massimiliano Niero ha scritto un capolavoro, non posso esordire in altro modo. “Gordius. Vermi nel cuore” non è solo un libro fantascientifico ma rappresenta una vera e propria avventura al cardiopalma. Attraverso uno stile di scrittura immersivo, l’autore ci fa vivere in prima persona un inferno che, inutile negarlo, spaventa tutti. Niero riesce a trasmettere il terrore pur non utilizzando il paranormale, gioca con la psiche e cala tutto nella realtà. Il pensiero costante che attanaglia il lettore durante tutto il libro è solo uno: potrebbe succedere da un momento all’altro anche adesso, qui, ora. Nel nostro mondo. La paura che instilla una pandemia l’abbiamo vissuta tutti, purtroppo, in questi anni e Gordius la rievoca in una chiave ancora più profonda. Subdola. Atroce. 
Attraverso gli occhi e le emozioni di un “quasi adolescente”, il lettore seguirà lo sviluppo, in crescendo, di un qualcosa di invisibile che rapidamente va ad annientare il mondo. Le vite di tutti saranno capovolte e non ci sarà nemmeno il tempo di pensare a come sopravvivere. Si fugge e basta, ma dove? Come ci si difende da un nemico invisibile? Come si può curare una malattia se tutto il mondo è in frantumi? Quale luogo può essere sicuro? Ed è proprio qui che Niero gioca la carta della paura perché, in realtà, nessun posto è sicuro. Se prendiamo tutti questi elementi e li caliamo nella vita di un bambino, il tutto ci appare più terrificante. Oltre che un romanzo horror, distopico e fantascientifico, Gordius è anche un romanzo di formazione. Le vicende che si svolgono vanno a colpire profondamente la crescita del piccolo protagonista che si ritroverà costretto ad acquisire una consapevolezza superiore rispetto a quella che dovrebbe avere. Quando l’istinto di sopravvivenza prende il sopravvento non si può più tornare indietro perché, farlo, significherebbe rischiare di morire. 
Oltre a ciò, l’ambientazione claustrofobica va ad unirsi a tutto il mix di emozioni che questo romanzo suscita. Ansia, disperazione, tristezza e suspence, tutti degli ottimi ingredienti che sfociano in un’unica voce comune: la volontà di sopravvivere e di vivere. Andrea, comunque, non è solo a combattere questa guerra. Insieme a lui (oltre ai suoi genitori e altri adulti) c’è Silvia: la sua compagna di classe. La sua luce nel buio. La sua ancora di salvezza. Gordius ci insegna che non ci si deve mai arrendere, che bisogna combattere anche quando sembra che non ci sia più via di scampo. Prima di concludere, vorrei fare una piccola riflessione sulla correlazione tra il titolo e lo sviluppo della malattia. Il Gordius colpisce, in un primo momento, l'essere umano dall'interno per poi manifestare il marcio e l'orripilante all'esterno. E allora mi chiedo: è un caso, oppure è solo una manifestazione di quello che siamo realmente? 

Ringrazio la C.E. per la collaborazione.

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