Ciao a tutti Sharpyni!
Come state? Spero tutto bene!
Oggi parliamo di un libro molto particolare, una raccolta di poesie scaturite dall'animo di una persona colpita nel profondo del cuore dall'orrore della guerra. Il conflitto Bosniaco ha lasciato scie di sangue infinite e sono proprio le emozioni scaturite sul campo ad aver spinto l'autore a raccogliere le stesse.
Ma non perdiamoci in chiacchiere e vediamo subito di cosa si tratta!
N.B. La recensione completa la potete trovare su Versatilmente.com
Titolo: Chiacchiere tra cadaveri etnicamente diversi
Autore: Luca Leone
C.E.: Infinito Edizioni
Link all'acquisto: Chiacchiere tra cadaveri etnicamente diversi
IG: Sharpys_Passion
Trama: Quando la guerra bussa alla tua porta, non sai mai cosa potrà accadere. Lo scoprirai solo strada facendo. Forse lo potrai raccontare, se saprai sopravvivere all’orrore.
In questo libro, un mondo muore e uno nasce, macchiati dallo stesso sangue vivo di bambini, donne e uomini che chiedono, reclamano giustizia. Per tornare a sperare, per risollevare cuori intimoriti, per riprendere a vivere e a progettare il futuro. Una giustizia così grande, equa e necessaria da sembrare divina. Una giustizia che deve partire dal cuore di ciascuno senza coprire quel sangue con lo sporco dei nazionalismi, dell’indifferenza, della distrazione, dell’oblio. Una giustizia verso cui questo libro con determinazione tende.
Recensione:
"Una lettura dura, asciutta, che non lascia scampo. Una prosa in versi che ti inchioda." (Andrea Cortesi)
Ed è proprio così. La poesia di Luca è una poesia che non guarda tanto alla metrica ma, bensì, al suo contenuto. Uno stile asciutto, fatto di poche parole; uno stile che viene impresso sulla carta di getto, come se i pensieri forzino la sua mente per uscire. Per essere impressi prima di essere dimenticati. La rabbia con la quale l'autore tira fuori da sé i ricordi è palpabile, tangibile, e il lettore non può far a meno di immedesimarsi nel suo stato d'animo. I versi sono brevi, lanciati con la consapevolezza di colpire.
"La Poesia si fa strumento per l'urlo strozzato del poeta e delle grida sorde del conflitto bosniaco mai veramente terminato." (Silvio Ziliotto)
I conflitti. Le guerre. Le dissimilitudini fittizie che l'uomo stesso crea. Che scempio. Persone innocenti che si ritrovano vittime, dal giorno alla notte, senza via di scampo. Tutto questo per degli inutili giochi di potere dettati dall'alto, da coloro che si fanno chiamare leader. Ma davvero pensiamo che la nazionalità, il colore della pelle, l'appartenenza ad un'altra etnia sia la differenza che ci caratterizza? Perché si sente il bisogno di prevaricare? Tutte domande che, a mio avviso, rimarranno solitarie. Senza una risposta razionale.
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