Ciao a tutti Sharpyni!
Come state? Spero tutto bene.
Oggi sono qui per parlarvi di un piccolo libro illustrato "Tipi strani" di Francesca Mussoi edito Infinito Edizioni. Un racconto che sarà in grado di colpire il vostro cuore.
Ormai collaboro con la Infinito Edizioni da più di due anni e ogni loro proposta mi entusiasma particolarmente perché propongono sempre dei temi interessanti e profondi. Per chi non la conoscesse, vi consiglio di andare a dare una sbirciata al loro sito: Infinito Edizioni.
Titolo: Tipi strani
Di: Francesca Mussoi
Illustrazioni: Alessia Da Roit e Sara Masoch
C.E.: Infinito Edizioni
Link all'acquisto: Tipi strani
IG: Sharpys_Passion
Trama: Tipi strani è un richiamo alla libertà, all’azione, a pensare con la propria testa, a non avere paura di essere diversi, a riconoscere e ad abbracciare la bellezza che ciascuno di noi porta dentro di sé per poi donarla agli altri. Ecco allora un simpatico lupo che si innamora di una pecora. E non di una qualsiasi: proprio quella nera. E un rossetto, stanco di stare in fondo a una borsetta, che aiuta una ragazza a vedersi più bella e ad aumentare la sua autostima. Due personaggi “strani”, pronti a rivelare fragilità e stereotipi dei nostri tempi. Due storie che mettono a fuoco ciò che conta davvero nella vita, che aiutano a soffermarsi sull’interiorità e non sull’apparenza. Le vicende di Lupo e Rossetto suggeriscono di andare oltre la superficie: invitano a immergersi, per scoprire l’autenticità di ogni piccola sfumatura del nostro essere e di ciò che ci circonda. Con un linguaggio semplice e attraverso pregevoli illustrazioni a colori, le storie di Lupo e Rossetto vogliono arrivare a tutte e tutti, parlando in modo divertente di temi che spesso rendono la vita complicata.
Recensione:
Due teneri racconti che racchiudono l'importanza di essere sé stessi. Di essere liberi.
Francesca Mussoi con "Tipi strani" ci vuole insegnare ad essere sempre sé stessi, ad essere liberi, senza paura. I due racconti vengono accompagnati da delle illustrazioni semplici ed evocative, pronte a farci assimilare il profondo significato nascosto tra le righe.
Da una parte abbiamo un lupo, allontanato e guardato malamente perché ritenuto pericoloso e, dall'altra, un rossetto, dimenticato nel fondo di una borsetta, condannato a non essere più utilizzato.
Partiamo dalla metafora del lupo cattivo.
Lo sappiamo tutti, grandi e piccini, la figura del lupo è da sempre utilizzata per mettere paura ai bambini. Vedi anche le favole, cappuccetto rosso o i semplici richiami nei cartoni animati: un grande lupo cattivo pronto a mangiarvi attraverso le sue affamate fauci. Ma qui? In "Tipi strani" cosa succede?
Ebbene, la figura del lupo cattivo viene ribaltata in un tenerissimo lupo vegetariano che non farebbe del male nemmeno ad una mosca. Un lupo che mangia bacche e che, in fondo, vorrebbe solo un po' di comprensione. Inutile dire come la narrazione scorre veloce, fluida, intervallata da delle tenere illustrazioni che accompagnano la lettura rendendola più vivace.
Ma qual è la morale?
Cari lettori, l'apparenza inganna. Purtroppo siamo abituati a relazionarci con le persone fermandoci all'apparenza. Alcune volte, il tempo scorre così veloce, che facciamo fatica anche ad approfondire gli scambi interpersonali. E qual è il vero prezzo da pagare? La perdita. Facendo così, possiamo perdere "un qualcosa" che potrebbe renderci davvero felici. E il lupo ce lo insegna. Il lupo si prodiga, oltre le sue aspettative, per essere accettato e per far in modo che tutti lo guardino con altri occhi.
E il rossetto che c'entra?
Quante volte mettiamo le mani in tasca, nella borsa o nei cassetti e ritroviamo cose dimenticate? Tanto è solo una "cosa" no? Giusto? Ebbene, non è così. Il valore che hanno le nostre cose, anche le più piccole, è importante e dobbiamo rendercene conto. Siamo così sbadati, così frenetici, che ci dimentichiamo di tutto. La metafora del rossetto (oggetto all'apparenza di poco valore) ce lo insegna. Ci insegna che dobbiamo attribuire valore a tutto ciò che abbiamo. Se prendiamo come esempio la vicenda narrata nel racconto, vediamo come da una parte il rossetto sia in possesso di una signora anziana ormai non più interessata, come una volta, ad indossare uno sfavillante rossetto rosso e dall'altra abbiamo una ragazza priva di autostima, giovane e bella, che non sa come farsi accettare dagli altri. Ed è proprio qui che entra in gioco il valore dell'oggetto dimenticato: il rossetto, donato alla ragazza, sarà in grado di farle acquisire una maggiore autostima di sé stessa.
Insomma, ve lo consiglio? Assolutamente sì! Stiamo parlando di un libro piccolino, che si legge in tempo record, pieno di significati importanti da assimilare.
Ringrazio la C.E. per la collaborazione.