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Ed Gein. Il macellaio di Plainfield di Ruben De Luca

 Ciao a tutti Sharpyni!

Come state? Spero tutto bene.

Oggi sono qui per parlarvi del nuovo saggio di Ruben De Luca "Ed Gein. Il macellaio di Plainfield" edito Newton Compton Editori.

Quante volte abbiamo letto e sentito parlare di assassini seriali? Quante volte ci siamo chiesti come facessero. alcuni, a rimanere nell'ombra? Ebbene, nel saggio che vi consiglio oggi parleremo di Ed Gein: un uomo timido, introverso ma atrocemente cattivo.

Non perdiamoci in ulteriori chiacchiere e vediamo subito di cosa si tratta!

Titolo: Ed Gein. Il macellaio di Plainfield
Trama: A lui si rifanno personaggi indimenticabili e agghiaccianti come Norman Bates in Psycho o Buffalo Bill nel Silenzio degli innocenti, e la sua figura disturbante ha ispirato canzoni, romanzi, opere d’arte. Eppure Ed Gein, il “macellaio di Plainfield”, non è stato uno dei serial killer più prolifici della storia: le vittime accertate furono soltanto due. Ma ciò che la polizia ritrovò nella sua fattoria nel Wisconsin – maschere facciali in pelle umana, cadaveri riesumati e squartati, ossa usate per costruire oggetti domestici, teste e organi sessuali di donne conservati come macabri trofei – fu così sconvolgente da scolpire per sempre il suo nome nell’immaginario collettivo. Ruben De Luca ricostruisce con rigore scientifico e sensibilità narrativa la vita, i delitti e il mito di Ed Gein, illustrando il profilo psicologico e le radici delle sue perversioni, su tutte il rapporto morboso con la madre Augusta, bigotta e severissima. Arricchito da documenti originali inediti in Italia – relazioni psichiatriche, verbali d’interrogatorio, rapporti autoptici – il libro intreccia criminologia, psicologia e cultura pop, mostrando come l’orrore possa annidarsi anche in un insignificante contadino di provincia e indagando il fascino oscuro che Ed Gein continua a esercitare.

Recensione:
Quante volte abbiamo sentito parlare di serial killer? Ted Bundy, Jeffrey Dahmer, John Wayne Gacy, Henry Lee Lucas e Ed Gein: tutti nomi tristemente famosi ricoperti d’oro. 
Avete letto bene: ricoperti d’oro. Anziché farli sparire dalla circolazione, la loro fama li precede. L’essere umano, si sa, è attratto dal macabro, dall’inquietante, dal “cattivo” ed è per questo che, a distanza di anni, ancora si parla di loro. 
Questa recensione non sarà come le altre. Non sarà un elogio (o meno) al libro. Voglio scrivere per far riflettere, voglio dirvi di come noi, semplici essere umani, in realtà, nel profondo, siamo tanto affascinati dal “male”. Ebbene sì. 
Pensiamo di essere tanto differenti da loro? Pensiamo davvero che il marcio non risiede in ognuno di noi? Io credo che, sì, un minimo, il marcio, ce lo abbiamo tutti. La differenza sta nelle scelte, nelle azioni che si decide di compiere e nella morale costruita nel tempo perché se questi personaggi ancora esistono sulle bocche delle persone, vuol dire che, in realtà, la maggior parte della gente ne resta affascinata. Addirittura, li ama, li elogia. Si creano forum, canali YouTube crime, film, libri e chi più ne ha più ne metta. È giusto? Fino ad un certo punto. 
Finché si rimane nell’ambito medico, nella ricerca, nel capire il perché e il “per come” un certo individuo agisce in un certo modo, va bene. Ma quando si travalica quella sottile linea tra scienza e interesse allora lì risiede il “problema”. In questo saggio di Ruben De Luca si parla di Ed Gein, il macellaio di Plainfleid. Quell’uomo che, non molto tempo fa, ha commesso delle atrocità sotto gli occhi di tutti senza mai suscitare un minimo sospetto. Un uomo qualunque, addirittura timido, solitario, con una educazione ferrea e un amore incondizionato per la madre. 
Ciò che fa paura, e riflettere, non è la persona di Ed Gein (o i suoi gesti). Fa paura il fatto che poteva essere il tuo vicino, un tuo amico, il commerciante che ti vende il pane o addirittura tuo marito. Fa paura il fatto che avrebbe potuto essere qualsiasi persona che incontriamo per strada ogni giorno. E così, non solo lui. Così, anche tutti gli altri (o quasi) assassini seriali. 
E allora io mi chiedo: quanti Ed Gein, Ted Bundy o Jeffrey Dahmer ci sono tra noi? 
Una domanda lecita che, però, potrebbe avere una risposta orribile. 
Ruben De Luca ci trasporta in questo mondo attraverso la sua conoscenza; una conoscenza scientifica, didattica e non superficiale. Ci fa conoscere la struttura di Ed Gein e tutto ciò che ruota intorno al macellaio di Plainfield. Ma non solo. Non si limita a parlare di lui, va oltre. In questo scritto, infatti, troviamo riferimenti cinematografici, editoriali e musicali. Lo stile di scrittura è scorrevole, fluido e mai pesante. Vi ritroverete a finirlo in breve tempo. 
Quindi, arrivati a questo punto vi chiedo: siete sicuri di essere in ordine con la vostra coscienza? In assenza di leggi e pene vi comportereste comunque bene? Sareste dei “buoni”? 
Non lo so. Io non ci scommetterei più di tanto. Siate onesti con voi stessi e datevi una risposta.

Ringrazio la C.E. per la collaborazione.


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